A causa delle restrizioni dovute all’espandersi della pandemia in Piemonte e in Italia, il secondo workshop si è tenuto a quasi un mese di distanza dal primo.
Per questa ragione, i lavori sono ripresi con la rilettura degli elaborati finali prodotti durante il primo incontro. Quindi è stata presentata ai partecipanti una sintesi degli elaborati, prodotta da Federico e Riccardo, affinché si potesse ricominciare da una sfida comune e condivisa. Dopo una breve analisi e l’approvazione del gruppo è stata formalizzata questa definizione:
Ripensare all’identità di casa di giorno … Perché / Bisogno del territorio e dell'anzianità Come / Capovolgimento stereotipo anziano Cosa / Centro di relazioni che valorizza la persona, come una famiglia
Con questo primo obiettivo raggiunto, abbiamo dato il via alle attività della seconda giornata concentrando la nostra attenzione sul secondo punto della sfida, emerso come elemento forte e distintivo dell’identità di Casa di Giorno e come faro della vision.
Prima parte
Attività 1
A tutti i partecipanti sono state consegnate 12 strisce di carta su cui era scritto l’incipit di sei diverse frasi, in duplice copia, da completare di getto; la consegna prevedeva la compilazione di almeno una copia di ciascuna frase in forma anonima. Per agevolare la spontaneità i partecipanti hanno avuto pochi minuti a disposizione e una leggera pressione dai facilitatori.
Le frasi da compilare cominciavano così:
- Il segreto dell’anzianità è…
- Con l’anzianità migliora…
- Le cose positive dell’essere anziano sono…
- Agli anziani piace…
- Essere anziano vuol dire…
- Gli anziani sono…
- Essere anziani è come…
Finito il tempo sono state raccolte tutte le strisce completate, mescolate e riorganizzate in quattro gruppi uguali.
Riscaldamento 1
A questo punto partecipanti e conduttori hanno partecipato per qualche minuto ad una variante del gioco “Nomi, cose, città”. Gli obiettivi del riscaldamento erano due: allontanarsi mentalmente dall’attività appena svolta e dai propri contenuti; creare un clima di partecipazione e coinvolgimento in cui accogliere anche l’errore con il sorriso.
Attività 2
A gioco terminato abbiamo ricostituito i quattro gruppi disomogenei che hanno chiuso il primo workshop e consegnando a ciascun gruppo un quarto delle frasi prodotte con la prima attività e due cartelloni: uno arancio e uno verde.
A ciascun gruppo formato è stato chiesto di valutare ciascuna frase in possesso classificandola come stereotipo sull’anzianità –cartello arancio– o come contenuto originale –cartello verde–. Prima di cominciare e per indirizzare l’analisi di ciascun gruppo abbiamo letto insieme una definizione etimologica di “stereotipo”:
Il termine stereotipo – dal greco "stereos" (duro, solido, rigido) e "typos" (impronta, immagine, gruppo), quindi "immagine rigida". Luogo comune, frase fatta. Corrisponde al francese cliché. Può avere un significato neutrale (ad es. lo stereotipo del Natale con la neve e il caminetto acceso), positivo ("i francesi sono romantici") o negativo (l'associazione tra consumo di droghe e la musica rock).
Seconda parte
Attività 3
I cartelloni elaborati da ciascun gruppo sono stati assegnati ad uno differente per essere analizzati ed eventualmente riorganizzati con lo spostamento di contenuti, dagli stereotipi ai contenuti originali o viceversa.
Sintesi 1
Ultimata l’analisi, l’attenzione dei gruppi si è concentrata sui contenuti originali, il cartellone verde in proprio possesso, con un nuovo obiettivo: sintetizzare le frasi in singoli concetti chiave da scrivere su post-it.
Sintesi 2
Raccolti tutti i post-it realizzati abbiamo operato collettivamente un lavoro di suddivisione di tutti i concetti chiave sintetizzati in quattro gruppi semantici. Immaginando di associare i concetti a una persona li abbiamo suddivisi in:
- Valori
- Aspetti visivi
- Tono di voce / modo di esprimersi
- Personalità