Tempo sospeso in continua attività
Il 24 febbraio 2020, su invito del consiglio direttivo, Casa di Giorno prese una decisione storica: chiudere a tempo determinato la struttura. Mai era successo dalla fondazione della Casa, ma questa volta il rischio era troppo grande per i nostri ospiti, la fascia d’età che il virus COVID-19 stava colpendo con più incisività.
In un momento di grande incertezza e paura, il passo subito successivo fu quello di promuovere la vicinanza della Casa di Giorno ai nostri anziani affinché non si sentissero abbandonati. In collaborazione con Pro Loco e Comune di Novara e con l’aiuto insostituibile dei volontari, decidemmo di portare a domicilio a tutti i nostri ospiti un simbolico abbraccio, racchiuso in una rosa bianca.
Successivamente il lockdown fu ufficiale e indetto a livello nazionale.
Dopo i primi giorni di lockdown nazionale, utili all’équipe per riorganizzazione il lavoro in modalità smartworking, il lavoro della Casa di Giorno ripartì con quattro obiettivi:la vicinanza all’ospite, il coinvolgimento dei volontari, il supporto ai caregivers, il mantenimento delle reti di collaborazione.
La vicinanza all’ospite
Il primo focus della nuova programmazione furono i nostri anziani ospiti.
Interrompere la routine della frequenza alla Casa di Giorno fu l’aspetto più traumatico per molti di loro: ricevemmo varie richieste di ritorno alla partecipazione in presenza, in altri casi richieste dirette sui nuovi orari di passaggio del pulmino, e ancora ci fu chi non riusciva a darsi pace. La costrizione e la solitudine, talvolta in piccoli appartamenti, accompagnati dalle notizie catastrofiche dei telegiornali crearono forti stress emotivi.
La risposta messa in campo contro questo disagio fu un “telefono amico”. Fu organizzato un calendario quotidiano di telefonate che ciascun volontario effettuava ad un elenco fisso di ospiti. Questa attività portò alla creazione graduale di legami di confidenza e fiducia. All’équipe spettarono il monitoraggio del servizio, effettuato grazie ai report dei volontari, e il supporto per quelle situazioni più problematiche riscontrate.
Insieme a questa attività di vicinanza e supporto fu organizzato il recapito di schede dedicate all’attività autonoma degli ospiti, con l’intento di mantenere o migliorare le capacità residue, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, occupare in maniera produttiva il tempo a disposizione, favorire un invecchiamento sano e attivo. Suddivise in palestra mentale, enigmistica, ginnastica, mandala e disegni da colorare, domande per la riflessione e la memoria a breve e lungo termine, le schede di Casa di Giorno furono accolte con entusiasmo sia dagli ospiti che dai loro famigliari, decidemmo di conseguenza di impostare l’invio con cadenza settimanale.
Con meno regolarità organizzammo molte altre iniziative come la creazione di un grande arcobaleno con le foto dei disegni degli ospiti; moltissime furono anche le richieste rivolte a ospiti e parenti di raccogliere foto e video con l’obiettivo di giocare e alleggerire il peso della costrizione anche attraverso ironia e ottimismo –quale sarà il primo film che vedrai al cinema? Quale piatto mangerai per festeggiare la fine del lockdown?–. La successiva condivisione di video e foto prodotti ci aiutarono a mantenere forte il senso di comunità tra gli ospiti di Casa di Giorno e tra ciascuno di loro e i propri parenti.
Il coinvolgimento dei volontari
Ovviamente il pessimo clima creatosi con il lockdown non risparmiò i volontari.
Il constante monitoraggio sul gruppo di volontari, effettuato dall’équipe, portò all’elaborazione di iniziative dedicate, per riuscire a mantenere alta la partecipazione sul lavoro quotidiano, conservare lo spirito di gruppo e comprendere a distanza le problematiche scaturite dai colloqui del “telefono amico”.
Organizzammo quindi dei momenti di formazione dedicati a tutti i nostri volontari, in seguito ai quali furono tutti coinvolti in attività varie come la partecipazione attiva a bandi per la raccolta fondi o la realizzazione di progetti.
I volontari furono anche attivamente coinvolti nella produzione di contenuti leggeri da condividere in video con tutto il gruppo di partecipanti alla Casa di Giorno; furono impegnati attivamente nella realizzazione della parte di schede dedicate alla palestra mentale, nelle quali raccontavano di sé e delle proprie giornate di lockdown, attraverso foto e brevi descrizioni.
Il supporto ai caregivers
Durante tutto il periodo di lockdown il collegamento di Casa di Giorno, mediato dall’équipe, con famigliari e caregivers dei nostri amici ospiti è sempre rimasto aperto e attivo attraverso comunicazioni riguardanti le attività portate avanti, le iniziative del territorio a sostegno o semplicemente dedicate ad ascolto e confronto.
Il mantenimento delle reti di collaborazione
La forza di Casa di Giorno nel tempo è stata la capacità di promuovere e sviluppare collaborazioni continuative e progetti sviluppati in paternariato con enti e associazioni novaresi.
A questo scopo fu programmata una rubrica periodica, all’interno del piano editoriale del canale Facebook della Casa di Giorno, dedicata ai periodi di lockdown e successive restrizioni. “Torniamoci presto”, il nome della rubrica che vide la pubblicazione di immagini d’archivio delle nostre attività in esterno riguardanti iniziative e visite a musei, mostre, manifestazioni ed eventi del territorio. I relativi post di accompagnamento, oltre a ricordare il piacere di quelle partecipazioni, utilizzarono hashtag e tag dei partner coinvolti nell’occasione.
Durante il periodo di chiusura non fu secondario il lavoro di raccordo e progettazione, soprattutto con le scuole (es. Istituto Professionale di Stato “G. Ravizza” di Novara), in vista delle collaborazioni a venire. Un esempio di successo fu il progetto con Fondazione Teatro Coccia Onlus di Novara, per il quale i nostri ospiti produssero numerosi centrini, diventati parte integrante dei costumi di una messa in scena. In un altro caso, alcuni ospiti e volontari furono coinvolti attivamente nello spettacolo “Romeo 2.0 e Giulietta 2.0”, organizzato da Nuovo Teatro Faraggiana in collaborazione con Oltre Le Quinte A.P.S.
Infine, il tempo della sospensione di Casa di Giorno fu utilizzato per attività di aggiornamento, progettazione e riorganizzazione della struttura. Quindi impostammo la formazione degli operatori, la riorganizzazione dei laboratori, la revisione del progetto educativo e lo studio di una nuova impostazione delle attività di Casa di Giorno, ivi compresa la parte di immagine, comunicazione e fundraising.
Il tempo sospeso del lockdown fu un’opportunità colta per la riorganizzazione e il miglioramento dell’offerta di animazione, educazione, supporto e cura dell’anziano.